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I PARCHI E LE RISERVE
Parco archeologico dell'Inviolata
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I Parchi e le Riserve
Parco archeologico dell'Inviolata
Gestore: Comune di Guidonia Montecelio

Sede: Via Roma, 145
00012 - Guidonia Montecelio (RM)
Tel.: 0774 340909
Fax: 0774 346725
http://www.parks.it/parco.inviolata
inviolata@parchilazio.it


  Superficie: 535 ettari

Comuni: Guidonia Montecelio

Istituzione: L.R. Lazio n.22 del 20/06/1996

Come arrivare: l’area è collocata a sud–ovest del comune di Guidonia ed è raggiungibile dalla via Palombarese.

Visite guidate - Escursioni: attualmente nel parco non sono possibili visite guidate e non esistono percorsi attrezzati, poiché esso è in sede di organizzazione.

ll parco archeologico dell’Inviolata, istituito con una legge regionale del ‘96, interessa una zona di circa 535 ettari, fortemente antropizzata, definita a nord dal fosso di Capalbo, a sud dalla strada provinciale 28bis, ad ovest dal fosso di Tor di Martora e ad est dal centro abitato di Marco Simoni.
Questo parco è nato per conservare un tratto della Campagna Romana che al suo interno conserva, malgrado la presenza dell’attraversamento dell’autostrada (A1) e di una discarica attiva, le coltivazioni agricole pregiate e le attività pastorali della tradizione, insieme a interessanti macchie residue, reperti archeologici di ville patrizie e resti medievali e preistorici.

I terreni del parco di prevalente origine plio-pleistocenica, risultato dell’attività eruttiva del complesso vulcanico laziale dei Colli Albani, sono caratterizzati da dolci declivi, dove si adagiano vasti oliveti e coltivazioni di grano, granturco e girasoli, delimitate da siepi di specie autoctone o introdotte dall’uomo.

Aree residue della Macchia Mediterranea, con presenze di cerri, farnie, olmi, vite selvatica e ligustro, si protendono all’interno del parco, alternandosi con la vegetazione igrofila e ripariale dei fossi e delle aree umide ed alle vaste aree coltivate. Abbastanza diffusa è la presenza di un tipo di orchidea selvatica, l’orchis purpurea.
In quest’ambiente caratterizzato dalla forte presenza dell’uomo si possono trovare ancora diverse specie di animali selvatici in particolare uccelli (passeracei, cornacchie grigie, civette) e rettili (varie specie di lucertole, ramarri, biacchi) molti dei quali sono stati definiti specie protetta.

La presenza di resti storici è certamente l’elemento catalizzatore primario che ha spinto le istituzioni regionali a proteggere questi 535 ettari della Campagna Romana.
Quest’area, per il suo carattere morfologico, è stata abitata sin dal Paleolitico e lo testimonia la moltitudine di reperti rinvenuti come punte di frecce, raschiatoi e lame. All’età del bronzo risalgono due insediamenti, di cui ci danno testimonianza rinvenimenti di vasellame ed altri utensili: uno presso il casale dell’Inviolata, ed un secondo, situato a nord, in prossimità del Fosso Capalbo. All’età del ferro sono riconducibili i diversi insediamenti allineati lungo la via che da Settecamini portava a Montecelio, antica Corniculum.

Nell’epoca repubblicana l’area venne sfruttata prevalentemente dal punto di vista agricolo ed in essa vennero edificate diverse villae rusticae sulle quali furono, in più tarda epoca imperiale, costruite le grandi ville patrizie. Di queste villae, di cui ci parlano Varrone e Catone, rimangono ben pochi resti, terrazzamenti e piccole parti strutturali, dislocate principalmente nella parte intorno al casale dell’Inviolata ed al laghetto di Tor Mastorta.
A testimoniare che in quest’area vi erano anche villae dedicate esclusivamente all’otium è la villa di Quarto Campanile, dov’è stato rinvenuto il gruppo scultoreo della Triade Capitolina, oggi conservata al museo di archeologico di Palestrina.
Lungo l’asse Tibutrino-Cornicolano, meritano particolare attenzione tre mausolei: il primo ipogeo, di età adrianea, a pianta circolare coperto a cupola, il secondo della metà del III sec. d.C. a croce greca, detto sepolcro del Torraccetto, ed infine la Torre dell’Inviolata, un mausoleo a pianta composita (una croce greca circondata da un anello di esedre) risalente al I-II sec. d.C.

E’ invece di epoca medievale la pregevole chiesetta rupestre che si trova presso l’abitato di Marco Simone Vecchio. Un ambiente rettangolare scavato nella parete di tufo e diviso in tre navate da due colonne. Gli Storici affermano che era ricoperta da affreschi policromi, barbaramente rimossi in epoche successive.

Attualmente il parco non è operante, ma si stanno attrezzando percorsi per l’attraversamento a piedi, in bicicletta ed a cavallo che colleghino le aree più suggestive dal punto di vista ambientale e archeologico. Si stanno, inoltre incentivando attività agrituristiche e di campeggio, oltre alla programmazione dell’allestimento di un’area per l’accoglienza dei visitatori, con un museo storico-didattico.


Tutte le notizie sono state tratte dai siti:
www.parchilazio.it
www.parks.it/parco.inviolata
www.aniene.net
www.agri-net.org