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Nella vallata di Cerreto, racchiusa tra due alture: quella di Sasso Fermo, e quella di Sasso Mosso, dove sorge Toffia, scavi archeologici hanno portato alla luce resti di una primitiva vita agraria - pastorale, che si svolgeva nella zona, molto prima degli insediamenti romani. Del periodo romano, invece sono stati rinvenuti alcuni resti di impianti rustici, appartenenti al periodo imperiale, e di una grande villa di campagna, in località Marignano, abitata tra il I e il II sec. d.C. Il toponimo stesso della località Marignano, si può considerare come un’alterazione del nome latino del proprietario della villa Marianus o Marinianus. Con la caduta dell’impero romano, e il conseguente abbandono di queste zone, divenute di facile conquista da parte dei Visigoti, Vandali, Ostrogoti, anche gli insediamenti nei pressi di Toffia si spopolarono. Segni di ripresa di vita economica e politica si hanno intorno VII sec. d.C. con l’imporsi sul territorio del dominio dell’Abbazia di Farfa. Tommaso di Moriene monaco dell’Abbazia, nel 640 sostò nella chiesa di S. Lorenzo, che sorgeva poco distante dalla località denominata Casilis Tophiae. A causa delle invasioni dei Saraceni che nella zona imperversavano, un tale, Iacoprando d’Amertino (forse identificabile con S. Valentino), chiede all’abate Giovanni (dell’Abbazia di Farfa) il permesso di stabilirsi, con alcuni dei suoi uomini, nella località di Tophia, che ormai era disabitata. In seguito si interessò a Toffia, sempre per la strategica posizione del luogo, anche il Marchese di Spoleto, Teobaldo (o Teofilo), che ottenne dall’Abbazia il permesso di costruirvi un castello, a patto che l’altra metà del paese restasse sotto la giurisdizione dell’Abate. Il castello venne costruito nelle vicinanze delle chiesa di S. Lorenzo, in quella parte del centro abitato che oggi è chiamato Castello di Dentro. Nel Regesto di Farfa, il nome del borgo è spesso trascritto come Tophila dal nome del marchese. La chiesa di S. Lorenzo venne elevata a cattedrale, dato che a Toffia venne trasferita la sede vescovile. Nell’interno della chiesa è conservata ancora oggi una pietra squadrata, usata come Cattedra Episcopale, la testa del leone in marmo, che decorava un lato della cattedra vescovile, è oggi murata in un angolo del piazzale Umberto I. Nei secoli successivi, continuarono le lotte tra gli Abati e i vari signori di Toffia, per il possesso dell’intero contado. Successivamente furono gli Orsini e i Colonna a contendersi il dominio di questo borgo, che continuava ad essere diviso in due proprietà. Gli Orsini occuparono la parte del paese dove sorge la rocca e costruirono il loro Palazzo, oggi sede del Comune; i Colonna si stanziarono nella parte più alta del paese dove oggi vi è la chiesa di Santa Maria. I lavori per la costruzione della nuova chiesa cominciarono, nella prima metà del 1500, fu edificata sulle murature del Palazzo fortezza dei Colonna, il campanile ha come fondamenta un maschio della del castello, e l’abside della chiesa è ricavato in una delle torri. Ancora oggi il sito a sinistra della gradinata d’ingresso è chiamato la cucina, a memoria delle cucine del palazzo. Questa divisione territoriale del comune, da una parte gli Orsini e dall’altra i Colonna, era talmente sentita che gli abitanti parteggiavano per l’uno l’altra fazione, tanto che vennero realizzati due forni, anche se il numero degli abitanti era molto esiguo. Nel 1560 gli Orsini cedettero al comune di Toffia il loro palazzo e le proprietà fondiarie sparse nel territorio.
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Come raggiungere Toffia |
Da Roma prendere la Via Salaria. |
Gli eventi |
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Le
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